Lamy e' nudo !
Dietro
la retorica, i 109 documenti contenenti le richieste Europee svelano la nostra
aggressiva posizione verso i PVS per raggranellare tutto il possibile dalle
loro economie.
L'Acqua
al primo posto nelle richieste Europee ai Paesi Poveri.
Sono finalmente di
pubblico dominio i 109 documenti che nel giugno scorso il Commissario europeo
al Commercio, Pascal Lamy, ha inviato ad altrettanti governi, nell'ambito dei
negoziati per il rinnovo dell'accordo GATS (accordo che copre il settore dei servizi).
Non immaginatevi un
improvviso ravvedimento del nostro Commissario, i documenti, come al solito,
sono usciti dallo stato di segretezza grazie a canali non ufficiali.
Finalmente e' possibile
verificare se questo benedetto Doha Development Round e' davvero un ciclo di
negoziati a favore dello sviluppo dei paesi del Sud del mondo, oppure no.
La Commissione Europea
aveva sinora giurato e spergiurato che le richieste presentate non miravano in
alcun modo a dismettere i servizi pubblici o a privatizzare imprese statali,
non solo, secondo i comunicati stampa ufficiali, l'UE aveva modulato le proprie
richieste perso i PVS (Paesi in Via di Sviluppo) tenendo conto dei loro livelli
di sviluppo.
Qual'e' la realta' dietro
queste belle parole ?
1) i Paesi in Via di
sviluppo sono il principale target delle richieste UE
2) l'UE ha chiesto la
liberalizzazione del servizio idrico a tappeto anche a loro
3) ha "colpito"
Paesi in cui vasti movimenti popolari si sono mobilitati per difendere alcuni
servizi di base
4) ha chiesto la rimozione
di regolamenti sugli investimenti in specifici settori
5) ha ribadito a tutti la
sua intenzione di procedere allo sviluppo di un sistema WTO che verifichi che
leggi e regolamenti nazionali non siano piu' restrittivi del necessario rispetto
al commercio (impegno compreso nell'art. VI del GATS)
Su 109 Paesi a cui l'UE
si e' rivolta, 94 sono classificati come PVS o economie in via di transizione,
non era difficle immaginarlo (i ricchi a questo mondo sono in minoranza e si
difendono bene); inoltre nonostante fosse stato dichiarato che ad essi l'Ue
aveva richiesto pochi settori, tre, al massimo cinque, si scopre, ad esempio,
che il 17% dei Paesi Meno sviluppati (i cosiddetti LDCs) ha ricevuto piu' di
cinque richieste; l'Angola 7, Bangladesh, Madagascar e Mozambico 6, Tanzania 7.
Il Mozambico, ad esempio, nella classifica dell'UNDP relativa allo sviluppo
umano e' al 170mo posto (su 173) ed e' stato "colpito" da ben 6
richieste mentre altri paesi ben piu' ricchi ne hanno avute tre, alla faccia
dell'affermazione relativa alla proporzionalita' delle richieste con i livelli
di sviluppo.
Ma e' soprattutto
sull'acqua che l'UE non ha badato a risparmiarsi: a 72 paesi e' stata infatti
richiesta l'apertura del servizio idrico, ad esempio al Brasile, dove 3.800
comunita' su 5.517 sono servite da compagnie statali e il resto da imprese
municipali. L'Ue in pratica, chiedendo al Brasile di inserire il settore nei
suoi elenchi del GATS, chiede la fine a questo sistema di monopolio pubblico,
concludendo l'esperienza di Porto Alegre, la cui gestione municipale, non
sarebbe certo difesa dalla eccezione per i servizi "forniti sotto
l'autorita' governativa", espressa dall'articolo I.3 del GATS.
Altre nazioni
interessate: La Bolivia e il Bangladesh. Interessante ricordare che la prima
porta ancora le ferite dell'esperienza di Cochabamba, dove la Bechtel
Corporation venne cacciata da una rivolta popolare dopo meno di un anno dalla
privatizzazione dell'acquedotto di questa citta'.
E mi sembra opportuno
ricordare che proprio in questi giorni il tribunale dell' ICSID, il centro per
la risoluzione delle controversie relative agli investimenti) che sta
esaminando la causa che l'impresa americana ha intentato contro il governo
boliviano per avere un risarcimento di 25 milioni di dollari, ha rigettato la
richiesta di apertura ai media ed al pubblico della causa in corso.
La causa si sta svolgendo
sotto l'accordo bilaterale per la protezione degli investimenti che lega Olanda
a Bolivia. Che centra l'Olanda visto che la Bechtel e' americana ? Semplice per
sfruttare i vantaggi dell'accordo olandese-boliviano, la Bechtel aveva
aperto una sussidiaria in Olanda, con la quale aveva creato Aguas del Tunari,
la societa' che aveva ottenuto la gestione dell'acquedotto di Cochabamba.
L'UE con le sue richieste
va contro tutti i movimenti che in Bolivia stanno lavorando a difesa della
fornitura pubblica dell'acqua.
Stamani, Pascal Lamy, ha
iniziato a difendersi, intervistato da BBC 4 Radio, dicendo che i documenti
erano disponibili dal luglio scorso:
"It's a joke. These documents have been available since July 2003", ma
l'affermazione suona ridicola, visto che saranno pure stati disponibili ma solo
a una ristretta cerchia di persone, fra cui non figurano neppure i parlamentari
europei.
A meno che', Lamy non si
riferisca al sunto pubblicato sul sito web della Commissione, ma il confronto
fra i documenti e quella sintesi e' insostenibile.
L'UE oltre che all'acqua,
ha dedicato la sua attenzione ad altri settori, come le telecomunicazioni, l'energia,
i trasporti e i servizi postali, confermando quanto emerso dai 29 documenti che
gia' erano venuti alla luce lo scorso anno.
L'aggressivita' europea
nei servizi, secondo molti commentatori, dovrebbe compensare le perdite che
l'UE mette in conto di dover accettare nel parallelo negoziato agricolo.
Tutti i documenti sono
stati ottenuti da Canadian Polaris Institute ed ora sono disponibili a questo
indirizzo:
http://www.gatswatch.org/requests-offers.html
Roberto
Meregalli
Ass.Naz."Beati
i Costruttori di Pace" - Rete di Lilliput
Campagna
"Questo mondo non è in vendita"
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