da Carta del 23 maggio 2002

Da Porto Alegre a Johannesburg.

Per un Parlamento mondiale dell'acqua

intervista a Riccardo Petrella raccolta da Anna Pizzo

Per parlare con Riccardo Petrella, fondatore con altri del Contratto mondiale dell'acqua, della ennesima, ma non meno drammatica, "emergenza idrica" in Sicilia, dobbiamo necessariamente parlare di tre realtà fondamentali, strettamente correlate: il diritto alla vita, il bene comune, la democrazia. "Diritto alla vita - chiarisce uno dei fondatori del Forum mondiale di Porto Alegre - perché ci sono nel mondo circa 1.680 milioni di persone che non hanno accesso all'acqua potabile. Se le cose non cambiano è più che probabile che tra venti anni, quando il mondo sarà popolato da otto miliardi di esseri umani, i 1.680 milioni che non hanno accesso all'acqua potabile diventino 3 miliardi, se non di più. è un "futuribile" inaccettabile. La seconda realtà è l'attuale sparizione dell'acqua in quanto bene comune. Terza realtà, infine, la democrazia. Un approccio democratico alla gestione dell'acqua comporta il finanziamento collettivo dei costi associati alI'approvigionamento e alla distribuzione del minimo vitale attraverso la tassazione e una spesa pubblica "redistributiva".

Ora in Sicilia siamo alle solite. Perché nulla cambia mai?

Perché c'è stata in passato e continua a esserci una politica inefficace sia a livello locale ma anche nel governo e perfino nella cittadinanza. La crisi dell'acqua dimostra il fallimento a cui vanno incontro i cittadini quando non si organizzano o non si autorganizzano. Infatti il problema risiede sia nelle forme della rappresentanza sia nelle forme dirette che sono inefficienti o insufficienti. Infatti, sia le risorse economiche che quelle tecniche ci sono, ci sono finanziamenti anche a livello europeo, soprattutto in Sicilia [e solo il 25 per cento di essi viene speso] ma manca una adeguata gestione politica, sia in Sicilia che nel resto delle regioni d'Italia.

Il 23 maggio a Creteil [Francia] è stata formalmente costituita la Coalizione mondiale contro la privatizzazione e la mercificazione dell'acqua. Di che si tratta e a che servirà?

Al secondo Forum sociale mondiale di Porto Alegre abbiamo preso l'iniziativa di proporre una dichiarazione sull'acqua per la costituzione di una coalizione mondiale. Quella iniziativa è andata avanti e ora è stata approvata. Ci siamo dunque messi d'accordo per procedere con l'obiettivo di organizzare azioni comuni ma ciascuno nel proprio specifico ambito di intervento per raggiungere due obiettivi: intervenire in modo incisivo nel prossimo vertice della terra di Johannesburg per far sì che la dichiarazione politica finale contenga riferimenti precisi alla questione dell'acqua come bene inalienabile dell'umanità e l'accesso all'acqua come un diritto umano e sociale individuale e collettivo. E ti assicuro che non sarà una cosa facile dal momento che ci sono alcuni paesi "pesanti" come gli Stati uniti che non vogliono che si parli dell'acqua mentre per fortuna ce ne sono altri con cui si può fare una battaglia comune. E il secondo obiettivo è l'appuntamento del Forum mondiale dell'acqua del prossimo marzo a Kyoto, dove tenteremo di riproporre il documento di Johannesburg nel caso lì fossimo respinti oppure per andare oltre. C'è, infine, un passo successivo che siamo intenzionati a compiere comunque ed è trasformare l'appuntamento in Canada del 2006 non più in un Forum mondiale ma in un parlamento mondiale dell'acqua, per dare un senso politico molto più forte ed efficace alla nostra battaglia.

La coalizione di Creteil è contro la privatizzazione e la mercificazione dell'acqua. Trasferita sul piano italiano, cosa significa la privatizzazione?

Significa un autentico paradosso contenuto nella Finanziaria che consiste nel fatto che d'improvviso viene vietato all'autorità locale di assicurare direttamente in economia i servizi. è scritto espressamente che tale prerogativa è interdetta. è una cosa strepitosa. Ebbene, stiamo studiando le contromisure da prendere al più presto la prima delle quali è quella di studiare con le regioni [Toscana e Puglia] la richiesta di incostituzionalità dell'articolo 35 della Finanziaria. In secondo luogo, vogliamo promuovere non come azionariato popolare ma costituendoci in cooperative, l'acquisto delle quote degli acquedotti che vengono messe in vendita. Infine, naturalmente, e può essere una carta molto forte, c'è la sensibilizzazione dei cittadini.