da "Liberazione" del 22 marzo 2002

Un miliardo e 200 milioni di persone nel mondo ha sete. Un terzo degli italiani non ne ha abbastanza

Acqua un bene di e per tutti

Sabrina Deligia

Un miliardo e 200 milioni di persone nel mondo non hanno accesso all'acqua potabile e 2,4 miliardi non dispongono di infrastrutture igieniche. In Europa - secondo le stime dell'Onu diffuse ieri - una persona su sette non ha accesso all'acqua potabile. In una città come Mosca fino al 60% dell'acqua potabile è persa nel corso della distribuzione prima di raggiungere il consumatore a causa della vetusta delle infrastrutture. A Berlino, la percentuale è del 5%.

In Italia poi un terzo della popolazione "soffre" l'accesso all'acqua potabile. Queste le cattive premesse alla giornata mondiale dell'acqua - promossa dall'Onu - che si celebra oggi. Tutti i rapporti stilati per l'occasione hanno un unico obiettivo: combattere l'emergenza idrica globale. E non a caso è stato diffuso ieri l'appello del premio Nobel Rita Levi Montalcini e dell'ex senatore dei Verdi, Guido Pollice, ora presidente di Green cross international: "La mancanza di acqua potabile uccide. Ogni anno nel mondo cinque milioni di persone muoiono: tre milioni sono bambini. Le soluzioni esistono: sono di ordine sociale, tecnico e finanziario, ma prima ancora politico. Affinché questo dramma finisca è necessario trasformare le parole in impegni e azioni". Per sollevare il problema di un'equa distribuzione sul pianeta, Montalcini e Pollice appoggiano una petizione mondiale diffusa da oggi via Internet - reperibile sui siti di Green cros, dell'International secretariat for water, del Water Supply e del Sanitation collaborative Council.


Il pozzo di Antonio
Se il mondo ha sete, anche l'Italia, specie le regioni meridionali, soffrono per l'insufficienza d'acqua. Il primo rapporto sull'emergenza idrica in Italia sarà presentato oggi a Roma alle ore 10,30 presso la Sala del Senato, organizzata dal Comitato italiano contratto mondiale sull'acqua, dal Cipsi (Coordinamento di 34 Ongs di sviluppo), con il patrocinio della Rai. E nel pomeriggio il dossier sarà oggetto di dibattito a partire dalle 17,30 aanche a Milano, presso la Casa della Cultura. Qualche anticipazione. "Sono otto i mali delll'acqua in Italia" spiega Riccardo Petrella, presidente del Comitato italiano e curatore del rapporto chiamato provocatoriamente "Il Pozzo di Antonio": "Perché gli italiani considerano l'acqua come una risorsa abbondante da gestire individualmente". La questione idrica in Italia è complessa: "Un terzo della popolazione non gode ancora di un accesso regolare e sufficiente all'acqua potabile, con punte di carenza dell'88,4% in Molise e Calabria. Se non bastasse la manutenzione è malata e si perde acqua da tutti i lati: la gestione municipale è in crisi e spesso i pozzi sono in vendita, le fognature non vanno e i sistemi di gestione sono frammentati ed aumentano gli appetiti delle multinazionali francesi. Non ultimo il fatto che gli italiani sono i più grandi consumatori d'acque minerali al mondo". Ma la soluzione è una sola: "Combattere contro la nuova oligarchia che sostiene la privatizzazione dell'acqua, come i nostri padri e le nostre madri hanno lottato contro i padroni delle industrie", conclude Perella. In questa direzione si muove la proposta di legge di Rifondazione comunista che abolisce l'obbligo per le regioni interessate - Basilicata, Molise, Campania e Puglia - di privatizzare l'Acquedotto Pugliese, il più grande d'Europa: "L'acqua è un bene comune e non può essere privatizzata, il diritto all'acqua è inalienabile e il suo uso va definito sulla base della solidarietà e della sostenibilità", spiega Roberto Musacchio, responsabile Ambiente del Prc. Queste le emergenze argomentate con tanto di statistiche e casi reali nel rapporto "Il Pozzo di Antonio", un prezioso lavoro di denuncia - "dal quale avviare una riflessione con la società civile e le istituzioni, per garantire l'accesso ad un bene irrinuciabile a tutti i cittadini" - che sabato prossimo sarà al centro della convention nazionale di Ferrara (info al sito: www. contrattoacqua. it -), alla quale partecipano tutte le associazioni e gruppi che hanno aderito al Manifesto del Contratto mondiale dell'acqua, nato da Porto Alegre, che si concluderà con un intervento di Beppe Grillo.


Lo spreco italiano
Ogni italiano dispone di 383 litri di acqua al giorno anche se l'erogazione raggiunge i 278 litri: ciò significa che ben 105 litri di acqua al giorno per abitante vanno dispersi. "Se nel 1975 - spiega Legambiente - la perdita del volume d'acqua era del 21%, oggi la dispersione rappresenta il 40% contro una media europea del 13%". Sul banco degli imputati, governo e amministrazioni locali: le reti di diffusione "sono inadeguate e fatiscenti anche a causa dell'uso di materiali che nel tempo sono stati soggetti a corrosione". Morale: l'Italia è un paese mediamente ricco di acqua, grazie alle sue caratteristiche climatiche e morfologiche, "ma la ricchezza di acqua sotterranea è seriamente compromessa da una cattiva gestione, da prelievi eccessivi e non programmati, dall'inquinamento". E la cattiva abitudine nazionale di pasteggiare con acqua minerale, in termini di impatto ambientale, significa che ogni anno le bottiglie in plastica da smaltire sono quasi 5 miliardi: tenuto conto che la raccolta differenziata ne intercetta il 20% circa, almeno 4 miliardi di bottiglie finiscono in discarica. Non solo: secondo l'Ue, la legislazione nostrana in tema di acque minerali è piuttosto permissiva: "i limiti di diverse sostanze ritenute inquinanti e contaminanti sono troppo alti a confronto, ad esempio, con la normativa comunitaria relativa alle acque potabili".