Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” interviene in merito all’affidamento della gestione del servizio idrico da parte dell’ATO

ATO di Como, gestione pubblica dell’acqua

Roberto Fumagalli: “L’ACSM non deve competere poiché è in parte privata!”

 

COMO  “La gestione dell’acqua deve restare al 100% pubblica!”. È questo il nostro richiamo in merito ai futuri scenari relativi alla gestione del servizio idrico integrato in Provincia di Como.

Nei giorni scorsi l’Assessore Provinciale all’Ambiente, Francesco Cattaneo, ha reso noto l’intento di approvare un documento di indirizzo politico relativo all’affidamento della gestione dei servizi idrici da parte dell’ATO (Ambito Territoriale Ottimale) di Como, composto dai 162 Comuni e dall’Amministrazione Provinciale.

Nella bozza di documento si definiscono due scenari di gestione:

-          un'unica società pubblica che si occupi della gestione del servizio idrico integrato;

-          la suddivisione della gestione dall’erogazione, attraverso una società pubblica che si occupi della gestione e quattro società che si occupino dell’erogazione del servizio.

 

È importante che nella bozza di documento si sia sottolineato che la gestione degli acquedotti debba rimanere in mani pubbliche. Infatti solo la gestione pubblica può garantire tariffe eque e un buon livello del servizio. La nostra associazione ribadisce la netta contrarietà a qualsiasi forma di privatizzazione dell’acqua.

 

E qui subentra la “questione ACSM”: la ex municipalizzata di Como non può candidarsi ad essere parte della società unica di gestione, poiché ha una componente privata. Anzi il rischio è che se l’ACSM entrerà a far parte della nuova società, possa diventare il cavallo di Troia per l’ingresso dei privati!

Infatti attualmente la legge prevede tre modalità di affidamento della gestione dei servizi pubblici:

-          l’affidamento diretto “in house” a consorzi pubblici al 100%;

-          l’affidamento a società miste, in cui la quota dei privati sia superiore al 40%;

-          l’affidamento mediante gara pubblica, alla quale possono concorrere anche le società interamente private.

Pertanto l’unica forma di affidamento che impedisce l’ingresso dei privati è l’affidamento diretto “in house”.

 

La nostra associazione rilancia anche sulla partecipazione: chiediamo l’istituzione di un “Consiglio dei cittadini” all’interno dell’ATO, che abbia potere di proposta e di voto.

 

Auspichiamo che l’apertura alla partecipazione e la scelta verso la gestione pubblica sia recepita dall’Amministrazione Provinciale e da tutti gli amministratori sensibili alla tutela dell’acqua come bene pubblico.

 

 

Roberto Fumagalli, presidente del CIRCOLO AMBIENTE “Ilaria Alpi”

 

Merone,  12 ottobre 2005