Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” propone la costituzione di un interambito tra gli ATO di Como e Lecco

Un interambito per gestire i servizi idrici nell’alto Lambro

“Si formi l’”Interambito dell’Alto Lambro, cui affidare il governo di acquedotti e fognature dell’Erbese e dell’Oggionese

 

ERBA (CO) Si formi l’”Interambito dell’Alto Lambro, cui affidare il governo di acquedotti e fognature nell’area dell’Erbese e dell’Oggionese. È questa la proposta che lancia il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” per la gestione del ciclo integrato dell’acqua nel territorio afferente al bacino dell’alto Lambro e del torrente Bevera di Molteno.

 

Dichiarano i responsabili dell’associazione ambientalista di Merone che da anni si occupa del problema acqua: “Proponiamo ai comuni di formare all’interno degli ATO (Ambiti Territoriali Ottimali, previsti dalla legge Galli) delle province di Como e di Lecco, l’”Interambito dell’Alto Lambro, cui affidare il governo degli acquedotti e delle fognature nel territorio interprovinciale del Triangolo Lariano, dell’Erbese e dell’Oggionese.

 

Oltre alla costituzione dell’Interambito, il Circolo Ambiente propone la fusione di ASIL e ASME, le 2 aziende pubbliche locali che si occupano di gestione dell’acqua. Il vantaggio è che le 2 aziende sono di proprietà pubblica. Infatti l’ASIL (che si occupa di depurazione, gestendo l’impianto di Baggero) è di proprietà dei comuni del Triangolo Lariano (da Magreglio a Merone, passando per Erba) e del bacino del Bevera (da Oggiono a Rogeno); l’ASME invece (che si occupa di acquedotti) è di proprietà del Comune di Erba, con una piccola partecipazione di Albavilla.

 

Continuano gli ambientalisti: L’”Interambito dell’Alto Lambro potrebbe pertanto affidare la gestione dei servizi idrici al consorzio pubblico creato dalla fusione di ASIL e ASME.

Secondo il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” questo sarebbe l’unico modo per garantire una gestione pubblica del ciclo integrato dell’acqua nel bacino idrografico dell'Alto Lambro, corrispondente al territorio Erbese ed Oggionese.

 

Rimarrebbe poi da affrontare il problema della gestione dell’acqua nel resto delle province di Como e di Lecco. In particolare nel comasco occorre fare i conti con la presenza “ingombrante” dell’ACSM (la “municipalizzata” della città di Como) che, avendo quote private, rischierebbe di diventare il cavallo di Troia per privatizzare l’acqua nell’ATO di Como. Ma anche in questo caso il Circolo Ambiente ribadisce il suo invito agli amministratori locali, richiamandoli alla gestione pubblica dell’acqua, l’unica in grado di assicurare degli investimenti sicuri, un buon servizio ai cittadini e costi calmierati delle bollette.

 

Ora il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” aspetta le risposte dagli amministratori e dai politici.

 

 

CIRCOLO AMBIENTE “Ilaria Alpi”

 

Merone,  26 maggio 2005