Ecco chi si nasconde dietro l’affare dello
smaltimento dei rifiuti nel cementificio
L’Ecodeco e i rifiuti in Cementeria di Merone
MERONE (CO) - Noi l’avevamo sempre sospettato. Dietro l’affare dello smaltimento dei rifiuti nei forni della Cementeria di Merone, si “nasconde” l’Ecodeco. La prova viene dalla lettura della comunicazione per l’uso del CDR (Combustibile Derivato dai Rifiuti) presentata dalla Cementeria di Merone alla Provincia di Como nel giugno dello scorso anno. Nella comunicazione è evidenziata la provenienza del CDR da impianti dell’Ecodeco.
Ricordiamo che l’Ecodeco è un’azienda, con sede in provincia di Pavia, che si occupa della gestione dei rifiuti.
L’Ecodeco è comparsa nelle cronache erbesi nel 1998, quando presentò un progetto per realizzare un impianto per la produzione di “biocubi” ad Anzano del Parco. La Legambiente di Merone (insieme al Comitato locale nato per contrastare il progetto) denunciò che la destinazione finale dei biocubi sarebbe stata la Cementeria di Merone. Sia il Comune di Anzano che l’Ecodeco, smentirono questa possibilità.
Stessa vicenda nell’anno 2000, quando l’allora Sindaco di Erba, Filippo Bozzoli, sponsorizzò il progetto Ecodeco per la realizzazione di un impianto per la produzione di CDR. Anche in questo caso la Legambiente di Merone denunciò come la finalità dell’intervento fosse quella di bruciare il CDR nei forni del cementificio di Merone.
Commenta Roberto
Fumagalli, presidente della Legambiente di Merone: “Ora le nostre
ipotesi diventano, purtroppo, realtà. Dietro la richiesta per lo smaltimento
del CDR in Cementeria c’è l’Ecodeco che non è riuscita a costruire l’impianto,
ma che fornisce il proprio CDR al gruppo Holcim”.
Ricordiamo che il CDR non è altro che la spazzatura che ha subito un processo di essiccazione e di compattazione.
Legambiente Merone da sempre denuncia l’inopportunità di bruciare il CDR in Cementeria.
Dice ancora Fumagalli:
“Nel corso del convegno organizzato lo scorso ottobre a Merone, si è
evidenziato come la combustione dei rifiuti nei cementifici non fa altro che
aumentare il rischio di emissione di diossine e di altri inquinanti tossici;
la combustione del CDR è un rischio per l’ambiente e per la salute dei
cittadini”.
Dalle analisi chimiche di un campione di CDR abbiamo inoltre scoperto l’elevato contenuto di Cromo (66 mg al Kg, contro un limite di 100), che evidenzia come le nostre preoccupazioni risultino valide. L’elevata concentrazione di Cromo nel cemento (vedasi l’allegata etichetta di avvertenza riportata sui sacchi della Holcim) è dovuta all’uso di rifiuti nei forni della Cementeria.
Merone, 13 febbraio 2003
LEGAMBIENTE - Circolo di Merone (CO)