Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” interviene
sulla gestione del Ciab
Roberto Fumagalli: “Spazio alla partecipazione
dei cittadini nelle scelte sull’acqua”
CASATENOVO (LC) – “La
colpa del buco economico del Ciab è dei Sindaci e del CdA!” È questa l’accusa
che il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” rivolge
all’ex Consorzio Acquedotto Brianteo, che lunedì si è trovato a “ripianare”
il buco di bilancio milionario (1.800.000 euro nel 2006 e 1.400.000 a fine 2007)
dell’azienda.
Commenta Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente
nonché consigliere nazionale del Contratto Mondiale sull’Acqua: “La
colpa della cattiva gestione del Ciab non è da cercare lontano. È
infatti da attribuire agli stessi Sindaci e al Consiglio di Amministrazione.
Sono infatti loro gli unici responsabili dei conti della Società. E loro stessi
hanno voluto trasformare l’ex Consorzio in una SpA, sottoponendola ai rischi
della società di capitali. Quando hanno fatto quella scelta, avrebbero dovuto
prfevedere i pericoli a cui andavano incontro. Invece i Sindaci hanno sempre
approvato i bilanci, riponendo piena fiducia nel CdA.”
E proprio sul Consiglio di Amministrazione si scaglia l’associazione ambientalista.
Continua
Fumagalli: “Figure, come quelle del Presidente Casati, occupano le
poltrone del Ciab da troppi anni. Quello che ci vuole è anche un ricambio delle
persone. Solo così potremo portare aria fresca nell’ex Consorzio!”
Il
Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” denuncia anche l’inerzia dei Sindaci in merito agli
ATO, gli Ambiti Territoriali
Ottimali voluti dalla legge Galli.
Continuano
gli ambientalisti: “Gli stessi Sindaci siedono nelle Assemblee degli ATO
delle province di Lecco e di Como. Eppure non hanno ancora sciolto il problema
del Ciab che rifornisce l’acqua ai Comuni ricadenti nei due Ambiti. Come
intendono risolvere i Sindaci questa anomalia? Sempre a proposito di ATO, gli
stessi primi cittadini non hanno ancora approvato i rispettivi Piani d’Ambito,
che definiranno tra l’altro le nuove tariffe idriche. Questa totale inerzia è
una delle cause del buco economico del Ciab!”
Gli ambientalisti non si limitano a criticare, ma suggeriscono le soluzioni al problema Ciab e ATO:
-
approvazione dei Piani
d’Ambito che tengano conto delle reali esigenze di sistemazione delle reti e
degli impianti;
-
affidamento della gestione
e dell’erogazione ad un unico soggetto provinciale totalmente pubblico,
escludendo qualsiasi forma di privatizzazione;
-
ricambio delle persone che
attualmente amministrano le aziende pubbliche, che hanno dimostrato la loro incapacità;
-
apertura alla
partecipazione popolare, in modo che
tutti i cittadini siano messi in grado di valutare e intervenire nelle scelte.
Conclude
Fumagalli: “E’ un paradosso che a parlare di Ciab siano solo i Sindaci e che
nemmeno i Consigli Comunali siano tenuti ad esprimere il loro parere. Noi
chiediamo che su tutte le questioni riguardanti l’acqua i cittadini possano
dire la loro: del resto le bollette le pagano i cittadini/utenti!”.
Merone, 11 ottobre 2006