Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” ha presentato le osservazioni al Protocollo d’intesa per il Polo industriale

No al Polo nel Mais, facciamolo nell’ex Cementeria di Cassago !

Roberto Fumagalli: “In cambio, i Comuni non dovranno prevedere altri capannoni per 25 anni!”

 

LECCO  Il Polo industriale nel Mais? No, piuttosto nell’ex Cementeria di Cassago!”.  È questo il senso delle osservazioni presentate dal Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” al Protocollo d’intesa proposto dalla Provincia di Lecco ai 13 comuni del Circondario oggionese, in merito al Polo produttivo del Mais.

 

Dichiara Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente: “Piuttosto che rovinare un’area verde come quella del Mais, preferiamo che il Polo venga realizzato sull’area dimessa ubicata a cavallo tra Bulciago e Cassago Brianza. Qui è già prevista la demolizione dell’ex cementificio, per costruire nuovi capannoni. Ebbene, quest’area è già compromessa ed è giusto che qui la Provincia e i comuni rivolgano i loro sforzi per realizzare un Polo sovracomunale.”

Si ricorda che sull’area dell’ex Cementeria è già stata avviata uno specifico intervento di recupero, lasciato però all’iniziativa della proprietà (Holcim Italia S.p.A.). Orbene, il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” chiede alla Provincia e ai Comuni di sviluppare lo studio di fattibilità del Polo produttivo proprio su tale area, che per dimensioni e logistica (vicinanza alle arterie stradali e ferroviarie), ben si presta ad un’operazione di Piano produttivo sovracomunale. Inoltre tale individuazione (già contenuta nello stesso Piano Territoriale Provinciale) permetterebbe l’intervento pubblico nella progettazione, infrastutturazione, alienazione, verifica delle attività insediabili, altrimenti lasciate alla sola iniziativa dell’attuale proprietà, con tutti i limiti annessi e connessi.

 

Ma le osservazioni degli ambientalisti non si fermano qui. Infatti il Circolo Ambiente chiede alla Provincia e ai Comuni di esplicitare quali sono le misure di auto-limitazione a carico dei Piani Regolatori dei singoli Comuni che aderiranno. Infatti il Protocollo di intesa riporta una generico impegno, da parte dei Comuni sottoscrittori, all’auto-limitazione delle previsioni urbanistiche per aree produttive. Tale impegno è citato nella frase “… anche attraverso misure di auto-limitazione delle previsioni insediative producibili dai singoli comuni entro i propri piani urbanistici.”

Nell’ottica di meglio definire tali impegni (che altrimenti rischierebbero di rimanere sterili, oltre che per introdurre un criterio di uniformità tra i Comuni coinvolti) il Circolo Ambiente propone di aggiungere un comma, così formulato:

“Nello specifico, le misure di auto-limitazione consisteranno nello stralcio delle aree produttive pianificate dagli strumenti di pianificazione urbanistica vigenti (PRG o PGT) e nell’impegno a non individuare nessuna nuova area produttiva per i prossimi 25 anni.”.

Dichiara Fumagalli: “Precisare come e per quanto tempo i Comuni rinunciano ad altre aree industriali ci sembra più che opportuno, sia nell’ottica di evitare nuove edificazioni, sia in ordine al tempo, ritenendo il periodo venticinquennale come appropriato all’impegno assunto con la firma del Protocollo.”

 

In definitiva il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” chiede alla Provincia di rivedere l’impostazione del Protocollo d’intesa, sostituendo il Polo del Mais con un’area dimessa come quella dell’ex cementificio di Bulciago-Cassago. In cambio i Comuni dovranno rinunciare ad edificare altri capannoni per i prossimi 25 anni.

Conclude Fumagalli: “Questo sarebbe un impegno concreto a tutela dell’ambiente, che eviterebbe la cementificazione della zona del Mais e di altre aree verdi!”

 

 

CIRCOLO AMBIENTE “Ilaria Alpi”

 

Merone,  19 novembre 2006