Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” interviene
sull’Accordo di Programma per la nuova area industriale
“No
all’‘accanimento terapeutico’, il progetto non ha più senso!”
MOLTENO (LC) – “Sul progetto del Polo industriale del
Mais si rischia di buttare altri soldi pubblici. La Provincia di Lecco deve
rinunciare definitivamente al progetto”. È questo il parere del Circolo
Ambiente “Ilaria Alpi” all’indomani della presentazione della bozza di Accordo
di Programma tra l’Amministrazione Provinciale e i Comuni dell’Oggionese per la
realizzazione del Polo industriale del Mais.
Dichiarano a tal proposito gli ambientalisti: “Dopo il
proliferare di progetti di nuove aree industriali in molti comuni dell’Oggionese,
spesso avallati dal parere favorevole della stessa Provincia, il Polo
del Mais non ha più senso. Anche l’Assessore Provinciale al Territorio,
Emanuele Panzeri, ha parlato di ‘accanimento terapeutico’. Il progetto è
superato: tenerlo in vita significa solo buttare altri soldi pubblici!”.
La debolezza del progetto si nota dalla lettura della
bozza di Accordo di Programma. A differenza del precedente Protocollo
d’Intesa, nell’Accordo incredibilmente non si parla più delle <<misure di auto-limitazione delle previsioni insediative>>
da parte dei Comuni aderenti. Il che significa che, oltre alla
realizzazione del Polo del Mais, ogni comune avrà formalmente mano libera
nel prevedere altre zone produttive! Così come nell’Accordo non si parla
dell’uso delle aree industriali dismesse, che già oggi molti comuni stanno
trasformando in residenziali: si pensi ai casi di Oggiono (ex Nomo) e di
Molteno (ex Segalini). Il territorio potrà quindi essere cementificato senza
alcun limite!
I responsabili del Circolo Ambiente rammentano anche l’impatto
ambientale del Polo: “Lo stesso studio di approfondimento realizzato
dalla Provincia ha messo in rilievo le criticità ambientali del progetto: nello
studio si attesta che l’area del Mais si trova infatti tra 2 corridoi
ecologici di primo livello tutelati dal PTCP, è interessata delle esondazioni
naturali del torrente Bevera e la falda è ad una profondità di pochi centimetri.
Nonostante queste criticità l’Amministrazione Provinciale persevera nel portare
avanti il progetto, promettendo un’assurda compensazione ambientale: piantumare
le vasche di laminazione del torrente Gandaloglio nella zona della Redaella che
nulla ha a vedere con il Mais. La Provincia cerca di vendere specchietti per le
allodole, ma noi non ci caschiamo!”
Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”
chiede pertanto la cancellazione del Polo del Mais: “Ribadiamo
la nostra richiesta alla Provincia e ai Comuni: rinuncino definitivamente al
Polo del Mais. Il progetto è fallito prima di cominciare. Il territorio
è talmente al collasso che non può sopportare un’ulteriore colata di cemento su
un’area di 230 mila metri quadri, pari a più di 30 campi di calcio!”.
CIRCOLO AMBIENTE “Ilaria Alpi”
Merone, 25
giugno 2008