UN ECOMOSTRO CHIAMATO
'REGIMAZIONE IDRAULICA'

La zona di confluenza tra la Bevera di Molteno e il Lambro è ormai totalmente irriconoscibile, visto che i lavori di deviazione e "regimazione" dell'affluente del Lambro sono in fase di ultimazione.
Lo spettacolo che attualmente si offre è avvilente, sia per chi la conosceva in precedenza, sia per chi la vede per la prima volta. Al posto di uno spazio boschivo, prati e il serpeggiare del torrente, già purtroppo dissestato e inquinato gravemente, troviamo una voragine (chiamata "cassa di espansione"), una diga in cemento armato alta alcuni metri e lunga una ventina, con bocca a livello d'alveo, e due canali artificiali ai due lati, uno a monte, per prelevare l'acqua dalla Bevera, e l'altro a valle, per immetterla di nuovo nel Lambro un paio di chilometri più a valle.
Per capire il senso di un tale intervento (L.1.300.000. l'importo dell'opera predisposta dall'Ufficio per la Gestione dell'Emergenza), bisogna seguire la logica di tutto il piano degli interventi di regimazione previsti, e già in parte effettuati, che seguono la logica del "faccio gli argini più alti e buchi più profondi" per risolvere i problemi alluvionali, tra l'altro scorporandoli dal problema, anche biologico(!), del fiume nel suo complesso.
Ci si stupisce poi che le alluvioni, quando ci sono, sono sempre più violente ed incontrollabili.
Se pensiamo inoltre che sono stanziati 61 miliardi (!) per interventi su tutto il fiume Lambro fino a Villasanta (MI), terrorizza sapere come verranno spesi.
E' opportuno sottolineare che le tecniche rinaturalizzazione di corsi d'acqua non sono più fantascienza o conservatorismo.
Sarà infine una pura coincidenza che il Vice Commissario Delegato dell'Ufficio di cui sopra è lo stesso Mario Catania, salito suo malgrado agli onori della cronaca qualche tempo fa perchÈ inquisito a proposito degli appalti per i lavori "post-alluvione" in Lombardia?
Il Circolo di Legambiente di Merone da parte sua già nel mese di novembre aveva inviato un esposto alla Magistratura per l'ipotesi di reato di "Deturpamento di bellezze ambientali" proprio all'Ufficio sopra citato.
Un solo dato, fra i tanti, basta a dimostrare quanto il prezzo da pagare sia oltremodo ingiustificato, anche seguendo la loro logica. La cassa di espansione ricavata a Baggero, avrà , secondo il progetto esecutivo degli interventi,una capacità di 60.000 metri cubi. Nello stesso progetto è previsto, come secondo lotto, l'utilizzazione della cava in comune di Costa Masnaga, attualmente gestita dalla Cementeria di Merone, per un volume complessivo di poco meno di 1 milione e mezzo di metri cubi!
Tra parentesi è imbarazzante pensare a come potrebbe apparire un tale specchio d'acqua se il livello di inquinamento della Bevera dovesse restare costante o, peggio ancora, aumentare.
Ma il problema dell'inquinamento è un'altra storia e in quel caso sembra che i soldi non ci siano.
vedi le foto della vasca gia' realizzata a Baggero